mercoledì 29 maggio 2013

Puglia:il ponte tra Italia Albania

Da dove viene la tanta energia che serve a garantirci l’effimero  nostro benessere  se non dai tanti Tubi , detti gasdotti,che  collegano l'Italia alle forniture che vengono da varie parti dell’Europa e dell’Africa,( per esempio dalla Norvegia e dall’Olanda con la  Tenp (Trans Europa Naturgas Pipeline), di cui l’ Eni detiene il 49%, il gasdotto Galsi in Sardegna , che sulla carta  potrebbe portare fino a 10 miliardi di metri cubi di gas l’anno dall’Algeria all’Italia passando attraverso l’isola  fino al Piombino, in Toscana e vede coinvolte l’ algerina Sonatrach (41,6%), Edison (20,8%), Enel (15,6%), di Hera (10,4%) e la finanziaria regionale Sfirs (11,6%)).
 L’ultimo progetto, chiama in causa la Puglia che verrebbe collegata al Caucaso: si tratta del  Trans Adriatic Pipeline (TAP). Il 24 maggio 2013 è stata ratificata l’intesa tra il neogoverno italiano (Letta) la Grecia e l’Albania, la ratifica che dovrà passare attraverso il Parlamento, prevede un sostanziale accordo già raggiunto a settembre 2012 (27 settembre) . Questo accordo contempla un programma per la realizzazione di  un metanodotto che dal Caucaso raggiunge la Puglia precisamente in località San Foca (Otranto !) sul progetto Trans Adriatic Pipeline (TAP) che prevede un tracciato di 100 Km per la costruzione di un gasdotto transadriatico. Il gasdotto collegherà la Grecia alle coste meridionali dell’Italia passando attraverso l’Albania e il mar Adriatico permettendo così al gas proveniente dalla regione del mar Caspio di raggiungere direttamente i mercati europei, a discapito della autoproduzione di energia da fonti rinnovabili (la Germania per esempio sta puntando sull’energia rinnovabile entro il 2050 al 100%.) La VIA (valutazione d’impatto ambientale della Regione Puglia) ha espresso parere negativo , non perché rigettabile, ma perché sono poco chiari i dettagli e le implicazioni ambientali, ma contro ogni opposizione gioca comunque l’avallo della Commissione Europea  che classifica la  TAP come opera strategica il che velocizzerà, sicuramente, le procedure attuative. la  Tap fa parte dei progetti infrastrutturali in campo energetico ritenuti prioritari dall'Unione Europea ed è inserito fra i progetti cofinanziabili dall'Unione Europea tramite il programma Reti Trans-Europee dell'Energia , per cui la  Commissione europea ha già formalmente approvato deroghe alle tariffe così come l'esenzione dalla separazione della proprietà per 25 anni. “La decisione - secondo una nota del Consorzio Tap - assicurerà al futuro gasdotto la possibilità di esportare gas dall'Azerbaijan all'Europa per almeno 25 anni.”. A patto che siano soddisfatte tutte le condizioni previste, l'Unione europea può garantire deroghe al tradizionale quadro normativo. «Siamo grati alla Commissione europea per la rapida implementazione di questa esenzione - ha dichiarato Kjetil Tungland, managing director della Tap 

Inoltre  sarà proprio il gasdotto Tap, una delle principali priorita' della prossima presidenza di turno dell'Iniziativa adriatico-ionica (Iai), che dal primo giugno passera' dalla Slovenia all'Albania. ''La strategia aumentera' la visibilita' della regione e la cooperazione fra i nostri Paesi, prioritaria per l'integrazione con l'Ue'' ha detto il vice ministro degli esteri albanese Edit Harxhi.

L'infrastruttura, progettata per trasportare gas di provenienza azera dal confine tra Turchia e Grecia fino all'Italia Meridionale, ad oggi è posseduta dal colosso norvegese Statoil, dalla compagnia elvetica EGL e dalla tedesca E.On, ma c’è una manifestazione di sostegno economico alla TAP anche dalla britannica British Petroleum, dall'azera SOCAR, e dalla greca DEPA che va di pari passo con il progetto varato dal Governo greco mirante alla privatizzazione della compagnia nazionale, alla quale hanno già espresso il loro interesse la SOCAR e il colosso italiano ENI. I mega colossi coinvolti nel progetto hanno promesso garanzie in merito all’impatto ambientale onde controbattere i residuali dubbi del VIA e della Regione Puglia ,  giudicati legittimi sulla base di un vecchio “progetto”, solo che, da quanto afferma l’assessore Nicastro, ancora non si conoscono le variazioni,  l’unica notizia trapelata riguarda l’interramento  del gasdotto a circa un chilometro da San Foca 

sabato 25 maggio 2013

VECCHI VIZI E PUBBLICHE VIRTU’ (I parte)

 VECCHI VIZI E PUBBLICHE VIRTU’ (I parte)

Per l'amore dei nostri figli le energie rinnovabili sono importanti è un business che può vivere per sempre. Sembra un insegnamento salvifico-ambientalista, invece a parlare è un imprenditore indagato dalla procura anti-mafia di Palermo che dialoga con  il boss Vincenzo Funari. Una visione missionaria che tutela gli imprenditori del settore  e il megagiro d’affari, decisamente superiore a quello della droga (ex ministro Clini), e privilegi  connessi, che in questa fase di profonda crisi, non solo non sono stati azzerati ma addirittura sono stati rimpolpati da altri incentivi sino a tutto il 2015 per una durata di 15/20 anni, si parla di un giro di affari di 80 miliardi di euro stanziati dallo Stato  a cui difficilmente faccendieri e imprenditori sapranno rinunciare; sono guadagni sicuri per due decenni senza rischio d’impresa, poiché l’energia è un bene indispensabile e le rinnovabili non hanno nemmeno costi di materie prime. Inoltre essendo queste energie pulite gli imprenditori godono, in molti casi,  anche della benevolenza delle grandi associazioni ambientaliste
Pur senza voler generalizzare ma Dove c’è denaro c’è malavita diceva il pentito della Sacra Corona Unita  brindisina, Ercole Penna , che incastrò il noto imprenditore Tagliente importante informatore dei malavitosi in merito agli appalti locali legati alle rinnovabili; grazie anche alle sue dichiarazioni fu ulteriormente chiarito ciò che noi avevamo intuito in merito ai meccanismi di infiltrazione  della malavita organizzata pugliese  nel tessuto connettivo delle amministrazioni territoriali, in particolare  nel settore eolico e quello del fotovoltaico, il cui  promotore   fu Andrea Bruno che, nel 2005 a Torre Santa Susanna, investi per un vasto parco eolico, poi, da quel 2005 la Puglia divenne la prima regione d’Italia come numero d’impianti eolici e fotovoltaici!! Si tratta ovviamente di eolico industriale e di impianti di grandi dimensioni (…non si é dato nessun sostegno concreto invece ai piccoli impianti per abitazioni e piccole imprese) quelli che realizzati da grandi imprese, hanno saputo giovarsi dei lauti contributi messi a disposizione dal nostro paese che sono i più alti d’Europa (e che gravano sui noi contribuenti).In Italia poi c’è il paradosso dell’eolico che a rigor di logica   è  poco appetibile e remunerativo considerata la scarsa ventosità della sua superficie territoriale,  nonostante ciò, e a dispetto della bassa potenzialità eolica, l’Italia ha visto una forte crescita di impianti. A fine 2011 era al terzo posto in Europa. In particolare, tra 2005 e 2011, la capacità di generare energia dal vento è crescita del 32% l’anno contro il 21% del resto d’Europa gli incentivi e l’entusiasmo per la green economy (Università Cattolica e centro Transcrime di Milano (Stefano Caneppele, Michele Riccardi e Priscilla Standridge 2011) hanno finito con l’aprire le porte alle infiltrazioni della criminalità organizzata. Lo studio ha analizzato 15 inchieste delle Procure condotte sul binomio criminalità-business energetico, da Avellino a Catanzaro da Trapani a Foggia ed  emerge la capacità di camorra, ‘ndrangheta & c. di entrare in questo mondo, attraverso vari passaggi: le procedure di autorizzazione, la raccolta di fondi (anche dalle banche), la realizzazione e il controllo degli impianti. Inoltre l’assenza di regole chiare nel campo dei wind farm ha garantito larga discrezionalità ai pubblici ufficiali locali. Solo nella zona del nord della Puglia assistiamo alla selva di oltre 1600 pale eoliche tra Sant'Agata, Accadia, Troia, Foggia, Lucera, Melpignano. Nel 2013 comunque si è passati al sistema delle aste nell’assegnazione degli incentivi indetta dal GSE, che metteva a disposizione 500 MW ma di offerte ne sono arrivate solo per 442 MW e solo per 3 regioni del Sud tra cui la Puglia che supera tuttte con 181MW come si evince dalla tabella stralciata dal sito della GSE
Società
Regione
Provincia
Comune
Potenza di picco
EDP RENEWABLES ITALIA SRL
PUGLIA
TARANTO
LATERZA
14
EDP RENEWABLES ITALIA SRL
PUGLIA
TARANTO
CASTELLANETA
16
GAMESA ENERGIA ITALIA SPA
CALABRIA
COSENZA
MONGRASSANO
16
ELETTRO SANNIO WIND 2 SRL
CALABRIA
CATANZARO
TORRE DI RUGGIERO
10
EDP RENEWABLES ITALIA SRL
BASILICATA
POTENZA
BANZI
10
C&C OPPIDO LUCANO SRL
BASILICATA
POTENZA
OPPIDO LUCANO
20
LATERZA WIND 2 SRL
PUGLIA
TARANTO
LATERZA
12,3
PONTE ALBANITO SRL
PUGLIA
FOGGIA
FOGGIA
27,2
BREATHE ENERGIA IN MOVIMENTO S.R.L.
BASILICATA
POTENZA
MELFI
51
EVENTO CIRO' SRL
CALABRIA
CROTONE
CIRO'
30
ALFA WIND SRL
BASILICATA
POTENZA
MELFI
30
ANDALI ENERGIA
CALABRIA
CATANZARO
ANDALI
36
EOLSIPONTO SRL
PUGLIA
FOGGIA
MANFREDONIA
17,5
FRIEL SAN CANIO SRL
BASILICATA
MATERA
GORGOGLIONE
24
NUOVA ENERGIA SRL
PUGLIA
BARI
GRAVINA IN PUGLIA
72
ENEL GREEN POWER SPA
PUGLIA
BRINDISI
SAN VITO DEI NORMANNI
12
SAVA ENERGIA SRL
PUGLIA
TARANTO
SAVA
10
ERG EOLICA BASILICATA S.R.L.
BASILICATA
POTENZA
PALAZZO SAN GERVASIO
34

 I parte

mercoledì 22 maggio 2013

l'ultimo respiro:crisi irreversibile del sistema formativo


crisi irreversibile del sistema formativo

 Si parla di boccata d’ossigeno per la scuola rispetto alla notizia di pochi giorni fa la quale  annunciava che la commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento che cancella i tagli previsti per un totale di 75 milioni di euro da operare in due anni: il 2014 e il 2015,  più che ossigeno  direi l’ultimo respiro del morente, la scuola è e continua ad essere la maschera del mercato, lo certifica  il decreto non abolito n.72 dell’8 marzo del 2013 che di fatto ha consegnato all’Invalsi il sistema di valutazione e autovalutazione della scuola pubblica, che viene  controllata quindi da nuclei esterni. Questi nuclei, esterni e misteriosi è bene ribadirlo, saranno incaricati di intervenire direttamente sui percorsi di miglioramento dell’apprendimento e sul funzionamento delle scuole. Viene, con questo atto,  persino indebolita la pur discutibilissima  legge del 15 marzo 1997 n. 59 (autonomia scolastica)- Capo IV-Art. 21 comma 9 in cui si afferma che "L'autonomia didattica è finalizzata al perseguimento degli obiettivi generali del sistema nazionale di istruzione, nel rispetto della libertà di insegnamento, della libertà di scelta educativa da parte delle famiglie e del diritto ad apprendere
Va sottolineato inoltre che con l’ approvazione del decreto abbiamo assistito a un vero  ricatto infatti la scuola italiana, se non ci fosse stata la ratifica,  “non avrebbe più avuto accesso ai fondi europei”, come da impegni assunti nel 2011 dall’Italia con l’Unione europea, in vista della programmazione dei fondi strutturali 2014/2020
,  per consolarci  del colpo mortale inferto  alla libertà di insegnamento ecco sopraggiungere il contentino del nuovo governo Letta  dei 75 milioni distribuiti in due anni, meno di briciole.
L’aspetto più velenoso di questo definitivo ultimo attacco alla scuola lo verificheremo sulla nostra pelle, a settembre, quando personale amministrativo, docenti e dirigenti scolastici dovranno render conto del loro operato a un'agenzia esterna (che ha già dato pessima prova) e a genitori trasformati in acquirenti del "prodotto scuola" immesso sul "mercato".
Il decreto, infatti,  obbliga alla pubblica rendicontazione sociale delle istituzioni scolastiche, che sarà effettuata da un’ agenzia esterna i cui risultati non potranno essere messi in discussione, per cui il ministero, giunto il momento delle iscrizioni, renderà pubblico il presunto valore delle istituzioni scolastiche, in modo che “la diffusione dei risultati raggiunti, attraverso indicatori e dati comparabili”, consenta alle famiglie di scegliere le scuole migliori.
E quali saranno le scuole migliori? Secondo i criteri Invalsi quelle che meglio delle altre avranno risposto all'imposizione di test standardizzati che valutano il "merito" a scapito del tempo dedicato alla formazione di coscienze critiche alla fine c’è da chiedersi cosa si vuole realmente misurare realmente con l’Invalsi? Com' è possibile quantificare il livello d’apprendimento di un bambino solo per alcune materie e altre no? Perché fare solo domande chiuse che non permettono allo studente di esprimere la sua capacità di rielaborazione personale, di riflessione, di interpretazione?

venerdì 17 maggio 2013

IN DIFESA DEL DIRITTO ALL'ISTRUZIONE


Primo Appuntamento 

 GLI ATTACCHI DELLE LOBBY E DELLA POLITICA ALL'ISTRUZIONE
 - DALL'AFFARE SCUOLA S. NICOLA al TEST INVALSI
 SABATO 18 MAGGIO ore 18.30

presso la sede dell'Associazione Pietra su Pietra
in Via Trento 94

 STUDENTI, GENITORI, DOCENTI SONO INVITATI A INTERVENIRE
 E…POI NON LAMENTIAMOCI CHE NESSUNO REAGISCE !

mercoledì 15 maggio 2013

Bari e i suoi pazzi personaggi - prima puntata

Prima categoria - i rottami: si tratta spesso di vecchi tromboni pensionati per cui la politica è una cosa seria....si, come una partita a carte in una bisca tra tavernello, f'cazz, peti e risate sguaiate (e infatti è il loro hobby preferito). Certo gli anziani in genere sono saggi e vanno rispettati, ma a Bari l'eccezione conferma la regola. 
In genere sono amici di politicanti cittadini di lungo corso, e farebbero di tutti pur di raggiungerli e avere anche loro una poltrona.
La loro frase inconfondibile: "vogliamo persone oneste". Meh, e poi? 
Senza un'idea, senza una visione della società, e soprattutto senza coerenzail rottame si giura senza partito... ma vedi che ha parole buone per tutti, prima destra, poi sinistra poi centro e poi... per tutti e tre assieme!  Peccato che si infili anche in quei movimenti o circoli puliti; dove "fa teatro" mettendosi al centro dell'attenzione per adescare qualche ingenuo. Cozzalo di natura, il rottame infatti si cimenta anche in discorsi colti e impegnati, ma si vede che non è farina del suo sacco... ripete sempre a pappagallo frasi o termini in inglese presi da internet o da un talk show ...ed è sgamato.
Non va mai controcorrente per davvero; grida contro la politica ma... poi lo vedi ogni sera in qualche taverna o balera in bella compagnia con consiglieri o assessori che da decenni rubano, cementificano, palazzinano, tolgono i soldi alla sanità o alle scuole... "e ma sai, io l'assessore lo conosco che avevo i calzoni corti!".

Pasquino

giovedì 9 maggio 2013

Abbiamo Perso



ABBIAMO PERSO, la Scuola Media San Nicola, tramite l’escamotage dell’informativa, viene di fatto ceduta ai domenicani, che piano piano entreranno nell’edificio da una porta secondaria, verrà creato un varco al secondo piano che sarà ristrutturato a spese nostre, sia ben chiaro, per ampliare il museo e man mano, per analogia con altre esperienze similari , in tutto lo stabile.  
Abbiamo perso, e non solo come cittadini baresi, perchè abbiamo frantumato l'idea stessa  della tutela dei più deboli e dei nostri interessi  grazie alla trappola della democrazia rappresentativa, che ci impedisce di mettere bocca sulle nostre proprietà, e l’oro su nostra delega decidono indisturbati.
 Quando una scuola chiude è sempre una sconfitta per la società, e si che qui di scuole se ne sono chiuse tante , edifici in periferia abbandonati alle intemperie e ai ratti  la dice lunga sul nostro livello di civiltà, ma qui il sapore è ancora più amaro, in ballo c’è anche la violenza e l’arroganza del più forte , avviene in Africa sulla pelle della povera gente, avviene qui nell’opulento e atomizzato occidente quando una lobby di super potenti pianifica scientemente di svuotare un quartiere, economicamente appetibile,  La scuola è quella più antica della città, quella di fronte alla basilica, quella dei ragazzi sbagliati, ma come ebbe a dire il sindaco di Bari riferito a noi prof che lottavamo per tenerla aperta “è il luogo più bello  di Bari “ e in quanto tale destinato ai ricchi, che già hanno tanto,  quindi , vanno bene i  musei o magari la realizzazione di  quel famoso plastico promosso dal precedente sindaco Di Cagno Abbrescia dove si ridefiniva l’uso della scuola e della cittadella nicolaiana. In questo c’è continuità tra le due amministrazioni non c’è che dire e, forse, non solo in questo. Interrompere questo fil rouge, per noi mortali comuni, è difficile anche perché ai cittadini poco interessa che un luogo venga ceduto ai domenicani  oppure   se ne faccia un casinò , con tutti i problemi che si abbattono sulle nostre teste il destino di una scuola è irrilevante, ma non lo è per gli affaristi che da tale destino possono fare i migliori guadagni!
Ma se le persone venissero informate sul fatto che quell’ edificio è di loro proprietà, che le spesedi ristrutturazione sono tute a carico nostro e che ci sarebbe la concreta  possibilità di trasformazione in qualcosa di fruibile per loro, forse sarebbero più attente, forse potrebbero cominciare a decidere di decidere e forse capirebbero  che la rappresentanza democratica altro non è che uno sterile inganno  . Un paese civilmente democratico promuoverebbe un referendum per esempio, ma noi non siamo un paese civile, noi addobbiamo a festa il centro ,spendiamo soldi per far svolazzare aerei in cielo, intanto i poveri aumentano, tagliamo sul welfare e , rimanendo nell’ ambito scuola , preferiamo tenere i piccolini in scuola insicure , avere asili disseminati in appartamenti , contro ogni normativa sulla sicurezza e non possiamo lamentarci perché comunque chi decide per noi da noi è stato  votato
 Ebbene se proprio la scuola deve chiudere, perché non ci sono bambini o se bisogna riutilizzare una vecchia caserma in disuso, allora perchè non pensare a un bel ricovero per poveri o trasformare questi luoghi in centri per l’infanzia , per la maternità e la vecchiaia sempre più abbandonata , ma questo è inconcepibile e demagogico o populista:  i posti più belli, come la conoscenza,la salute, l’aria pura , l’acqua  sono destinati a pochi, quelli che esercitano il potere , con i nostri soldi. adele dentice

mercoledì 8 maggio 2013

SCUOLA SAN NICOLA: ULTIMO ATTO!


Resta inevitabile che  l’amministrazione di Bari decida sul destino dall’ edificio che ha ospitato i “vastasidde” della scuola media San Nicola di Bari, edificio da sempre agognato dai domenicani della vicina Basilica, un destino che sembra essere già segnato, sia per la inevitabile moria di iscrizioni, sia  se pensiamo alla facilità con cui vengono fatte le concessioni, senza tener conto della volontà popolare ,così come accadde per palazzo San Michele ex monastero benedettino e l’ex convento dei Teatini; operazione fatta  per arginare il commissariamento del Petruzzelli ugualmente commissariato ed, in ogni caso, luogo di sfarzo culturale per pochi eletti.
Ora è questa della scuola San Nicola la celebrazione – simbolo dei paradossi politici,  una patetica commedia che si consuma  sui media  trascinando la cultura, la scuola, la formazione e il futuro dei giovani (!!!) sui palchi delle primavere elettorali,   mentre edifici che potrebbero accogliere gratuitamente i ragazzi vengono ceduti a fronte di altri decadenti e sovraffollati. E’ la logica del mercato e delle privatizzazioni  dopo essere stati annebbiati dalle polveri  di punta Perotti rimane la realtà degli interessi delle classi egemoni che rimangono ancorati alla speculazione, in particolare quella edilizia . Bari è una città difficile che avrebbe bisogno più che di atti simbolici di interventi strutturali di quelli che cambiano non il volto della città, trasformata in cantiere, ma la vita dei cittadini. Bari invece è precipitata verso un’identità muscolare dove vince solo chi alza di più la voce, dove i problemi vengono affrontati solo nel settore edilizio con il criterio dell’aggregazione,della speculazione e mai nell’ottica di una crescita del tessuto sociale e culturale. Gli interessi erano e sono  legati alla rendita parassitaria urbana, e non vengono risparmiate ampie zone agricole e di pregio naturalistico né tanto meno in nome del ben essere dei cittadini ci sono stati ripensamenti etici nell’espropriazione di fatto di un intero quartiere storico  privandolo della sua identità culturale, in questa logica l’appetibilissima ex scuola Trieste - San Nicola,   per gli affaristi che si sono fiondati a piene mani sul quartiere, rimane un succulento boccone. Altro che centro di aggregazione, scuola, poveri, quel luogo è troppo bello per darlo ai morti di fame. La bellezza come la conoscenza appartiene a chi detiene il potere  come avveniva 5000 anni fa quando i Sumeri scoprirono la scrittura e i riccastri dell’epoca  se la tennero per sé: Nulla è cambiato!
Negli anni 90 e nei successivi decenni del nuovo XXI secolo, quando imperversava tra le mura della città vecchia la guerra di mafia a nessuno , ovviamente tra quelli che contano, è venuto in mente che il ruolo che svolge la scuola con le sue professionalità in territori compromessi è insostituibile e che forse sarebbe stato opportuno, come primo punto, bloccare quell’idea dilagante di una scuola debole luogo di violenza e sopraffazione. Bastava investire di più con offerte qualitative di maggior respiro, razionalizzare gli interventi e trovare con le istituzioni preposte una modalità per impedire il turn over dei docenti e del personale. Al di là dei proclami strombazzati pubblicamente, queste operazioni troppo complesse non sono state mai prese in seria considerazione. Sono interventi che si scontrano con le logiche dei risparmi e dei tagli imposte dai vari governi che si sono susseguiti in questi anni , per cui al difficilissimo compito di operare la prevenzione, costosa e con risultati non spedibili nell’immediato , si è preferita la diaspora disperdendo i ragazzi nelle altre scuole e condannando i più deboli all’umiliazione del rifiuto.
La scuola, custode della legalità e delle tradizioni, è stata eliminata dalla miopia del sistema e dei suoi rappresentanti e dall’indifferenza colpevole di chi oggi mostra il suo sconcerto. Ma al di là dell’inefficienza dei politici, molto calcolata, va evidenziato il paradosso che si è consumato recentemente, quando si iniziava a registrare un ridimensionamento del disagio e nella scuola non si verificavano più atti particolarmente aggressivi, proprio in questa fase si è persa definitivamente la fiducia delle famiglie e opporsi al suo declino è diventato impossibile, altre scuole private o con fama di offerte formative di qualità hanno sfruttato la debolezza e il pregiudizio della cittadinanza e le iscrizioni si dono dirottate altrove , così finalmente hanno ripreso corpo le ipotesi alterative di utilizzo dell’edificio la cessione  della struttura di proprietà comunale ai domenicani che ne possano fare un albergo o un museo, chiudendo finalmente il desiderio lontano della cittadella nicolaiana e tutto questo deciso sulla testa dei baresi effettivi proprietari dello stabile.

A Bari Vecchia non si spara più, gli affari si fanno, ormai, altrove. Un sogno tutto l’oro finalmente realizzato, di cui noi, cittadini, non abbiamo nulla da stare allegri

Adele Dentice ex insegnante della San Nicola

mercoledì 1 maggio 2013

I veri burattinai



Il governo Letta, che si preannuncia come uno fra i peggiori mai visti, è stato salutato dai mass media come simbolo di rinnovamento, di concordia fra italiani ecc. Una parte dell'informazione, ancora peggio, invece  ci viene a raccontare che la regia di tutto sarebbe Berlusconi, visto che il nuovo premier è nipote di Gianni Letta, fedelissimo del Cavaliere. 
Insomma viene riproposta la vecchia teoria secondo cui il "vecchio rattuso" sarebbe il vero padrone dell'Italia. 

Da anni però, i fatti ci hanno mostrato quanto sia un belzebù di cartone se paragonato alla troika (BCE, Commissione europea  e Fondo monetario) che ha commissariato da tempo il nostro paese con l'appoggio di tutti i partiti (da destra a sinistra) che seguono allo stesso modo la sua politica. Del resto il presidente BCE Draghi aveva detto mesi fa che all'Italia sarebbe stato messo il "pilota automatico": in pratica, al di là delle elezioni, a decidere per noi ci avrebbe pensato l'Unione Europea, imponendoci le "riforme strutturali" che ci faranno diventare più poveri e schiavi.

A fare campagna per questo governo sono stati la troika e  gli USA, per il bene dei "mercati" finanziari, non certo del popolo. Berlusconi, PD o Monti non cambia nulla: ci hanno portato tutti alla dittatura del liberismo, cioè allo sfacelo. Altrimenti non sarebbero tutti uniti ora.

Pasquino

è primavera!! passeggiate tra le lame


...ulivi e carrubi monumentali, orchidee selvatiche, boschi di macchia mediterranea, canneti, muretti a secco, pareti rocciose, chiesette e masserie storiche e infine l’emozione del mare che per le
peculiarità geomorfologiche, storiche e botaniche potrebbe offrire una grande attrattività turistica. 
La natura ha da tempo modellato il suolo e sottosuolo in questa terra che fu amata da Federico II,
consentendo all'acqua di raggiungere il recapito finale percorrendo “vie preferenziali”; 

 sono gli antichi solchi torrentizi denominate “Lame”. Questi torrenti “fossili” convogliano l'acqua al mare, quando la natura si risveglia, con fenomeni estremi tipici come le copiose piogge, precipitazioni sempre più intense e violente, ma, quando il territorio viene “appianato”, le strade del paese diventano dei torrenti che devono “smaltire” acqua e non solo. Basterebbe evitare la costruzione in posti “a rischio” lasciando “libere” le aree che madre natura ha “realizzato”, per mettere in sicurezza case e persone; quelle stesse persone che, ignare del pericolo, in pochi minuti si vedono strappare dalla forza della natura e dall'ignoranza dell'uomo gli oggetti, gli affetti, la vita.
Nel Piano di Protezione civile si individuano le possibili zone di allerta in base alla tipologia e alla severità dei possibili eventi meteoidrologici e agli effetti che questi potrebbero provocare sul territorio, ma non sembrano essere rispettati più di tanto.Il pericolo però esiste: le alluvioni più importanti e tragiche in Terra di Bari risalgono al 1905 (Lama Picone), al 1914 (Lama Valenzano), al 1915 (lame Picone e Valenzano), al 1926 (Lama Picone), infine all’ottobre 2005 (lame Lamasinata e San Giorgio) con il crollo di un tratto della S.P.184 Cassano- Bitetto e la morte di cinque persone, ma ogni anno si verificano allagamenti che solo la casulità ha impedito conseguenze disastrose.

Se consideriamo le aree urbane quale bene comune  ci si schiera  contro la gestione del territorio ad opera di amministrazioni pubbliche che hanno pianificato scientemente la cementificazione,  la cancellazione del territorio e di aree di pregio naturalistico e culturale, che avrebbero potuto promuovere opportunità  lavorative, ha mutato radicalmente  la morfologia della città e ogni contatto con il passato solo  per via  di politiche neoliberiste giocate in favore di interessi privati. Sembra , nel leggere le varianti antilame che nessuno sappia , o che si sia dimenticato che i comuni del Piano Strategico si  poggiano sulle lame dove si conservano tracce della continuità insediativa storica di Terra di Bari: chiese, ipogei e insediamenti rupestri disseminati lungo il tratto di lama Balice e le lame San Giorgio e Lamasinata, le più conosciute, ma il reticolato coinvolge tutta la Terra di Bari distruggendo irreversibilmente pregi artistico-ambientali , assediati dall' edificazione invasiva degli alvei, discariche abusive a cielo aperto, scarico di acque reflue non depurate, pratiche agricole dannose
buona passeggiata tra le monnezze e forse vi capiterà di trovare un vecchio palmeto o i residui dell'Appia Antica su cui scorazzano branchi di cani abbandonati oppure ergersi trionfante il lungo comignolo di una centrale su l'alveo di una lama disseminata di pannelli fotovoltaici

Mafalda