giovedì 30 gennaio 2014

Che fare???


Sfiduciare la Presidente della Camera per aver permesso di ghigliottinare per la prima volta l'ultima residuale forma di libertà di pensiero! ieri si è consumata l'ennesima prova delle tirannide a cui il nostro Paese è sottoposto. Insieme all'applicazione della tagliola, che elimina ogni forma di ostruzionismo, mai applicata da sottolineare, mai applicata nemmeno nei momenti più neri della nostra Repubblica, incombe l'approvazione di una legge elettorale mafiosa, che IMPONE il pensiero unico e sottopone l'Italia a due soli partiti che in realtà seguono solo obiettivi comuni, qualcosa di simile avvenne con le leggi “fascistissime”, ma questa è peggiore perché strutturalmente mafiosa, almeno i fascisti avevano un'idea sociale di protezione dell'economia, questo precipizio  è stato condito dall''offesa maggiore offerta dallo spettacolo indecoroso del coro “Bella Ciao” che imbratta la memoria di una resistenza comune contro gli oppressori. 
Intanto i sindacati TUTTI, da Camusso ad Angeletti a Bonanni, con il complice silenzio di Letta, Squinzi, Renzi e tutto il governo e Parlamento di regime, lecchivendoli dei potenti e dei riccastri, hanno coperto la fuga della Fiat dall'Italia. I pochi stabilimenti di facciata saranno l'emblema della nostra democrazia incosistente, come lo è la Banca d'Italia intaliana solo di nome ma ormai asservita ai grandi poteri finanziari privati. Verrebbe da chiedersi: Che Fare?


mercoledì 22 gennaio 2014

Liberismo estremo: "legalizziamo la vendita di reni"


Un premio Nobel per l’economia, Gary Becker ha detto: "L'unico modo per aumentare la disponibilità di reni per i trapianti è permettere alle persone interessate di vendere un proprio rene, in un vero e proprio mercato con prezzi fissati dall'autorità pubblica".  

Becker ottenne il premio per aver dimostrato come le leggi del mercato si applichino anche ad altri campi della vita quotidiana. Il sistema, scrive un editoriale sul Wall Street Journal insieme al collega argentino Julio Elias, sarebbe applicabile anche ad altri trapianti, con pagamenti anche a chi acconsente a farsi espiantare gli organi dopo la morte. ''La presunta immoralità di un mercato degli organi andrebbe confrontata con la possibilità di evitare la morte dei pazienti in lista d'attesa''. Quelli più ricchi, s'intende.

Per quanto riguarda l'Italia Nanni Costa, presidente del Centro nazionale trapianti, sottolinea che "la donazione degli organi deve essere un atto libero e gratuito. Una parte del corpo umano non andrebbe mai venduta, non solo per i principi cristiani ma per qualunque etica. Inoltre, dal punto di vista della sicurezza un mercato sarebbe pericolosissimo, perche' chi vende lo fa sempre per necessità, e questa porta a nascondere eventuali problemi di salute''. Alcuni dati diffusi dall'OMS per quanto riguarda la vendita in nero degli organi stabiliscono che il 10% di tutti i trapianti di rene a livello mondiale sarebbe frutto di traffico illegale, sfruttando le comunità virtuali di incontro. Ricordiamo il caso del social network Orkut fossero almeno 35 le comunita' nelle quali cercare e vendere soprattutto un rene. I gestori di Orkut precisarono però di aver cambiato le regole e cancellato quelle microcomunita' dove esplicitamente si poteva verificare la vendita di organi, che però, pare, continuerebbe sottobanco.

domenica 12 gennaio 2014

Servizi e disservizi!

"Oggi regaliamo alla Puglia un gioiello assoluto". Era il 19 dicembre del 2012: così parlò il presidente Vendola, sul tetto del padiglione Asclepios nel Policlinico di Bari, in compagnia  dell’assessore regionale ai trasporti, Guglielmo Minervini, il sindaco di Bari Emiliano e il direttore generale del Policlinico Vitangelo Dattoli. E questo, per le emergenze gravi, è un servizio sicuramente. Peccato che circa un mese fa, un elicottero che trasportava un paziente da S. Giovanni Rotondo non poté atterrare sulla pista, poiché mancava il personale addetto. Un caso isolato dovuto alla mancanza di comunicazione, è stato detto dal direttore generale: per cui nonostante l'anomalia, non è stata attivata alcuna procedura, anche perché il paziente, per fortuna o per grazia divina, si è salvato. Ma se il “caso” è “isolato” esiste però un problema strutturale: il tetto del padiglione del Policlinico non può sopportare il peso di elicotteri di grandi dimensioni - per cui gli interventi provenienti dal Sud della Puglia affidati ai mezzi pesanti delle forze dell'ordine non possono atterrare. Si è fatto ricorso quindi all' elisoccorso dell'ospedale ecclesiastico Miulli che avrebbe tutte le carte in regola per accogliere elicotteri anche di grandi dimensioni, ma la struttura ai limiti del fallimento, ha bloccato il servizio e non riesce a programmare alcun tipo di impegno finanziario, in attesa del concordato con la Regione che ha tempi molto lunghi per via dell'inerzia amministrativa che ormai contraddistingue la regione soprattutto in materia sanitaria pubblica. Peccato che ambiti più lucrosi come la disseminazione nel territorio pugliese di cantieri edilizi, trivellazioni, pale eoliche o specchi solari non hanno sofferto di questa inerzia! 

Certo è che tre quarti del territorio regionale sono esclusi da un servizio fondamentale di soccorso pubblico, nonostante sulla carta si parli di rete eliportuale pugliese, nonostante veniamo vessati continuamente di tasse che dovrebbero garantirci servizi di prim'ordine.

Più fortunati sembrano i centri del foggiano dove la società Alidaunia gestisce mezzi più leggeri, ma con l'inconveniente che le piattaforme non sono annesse a dipartimenti di pronto soccorso. Insomma l'ennesimo pasticciaccio pugliese che ci costa di 286 mila euro erogati dalla regione Puglia, soldi nostri che si perdono nei labirinti della lentezza amministrativa, delle strutture inadeguate erette senza una pianificazione preventiva, con scarsità di medici e personale parasanitario nonostante la L.R. n. 7 del 2012 che prevede la fine del problema del precariato per i medici dei 118 interessati (circa un centinaio su 535) in organico in tutta la Puglia; infine l'incomunicabilità nella ASL BA tra la Centrale Operativa e il Coordinamento, che in altre regioni sono unificate ed hanno un unico responsabile, Causa fondamentale dei disservizi e soprattutto strategica per deresponsabilizzarsi e far ricadere le colpe su ignoti che si perdono nelle scatole cinesi della nostra sanità pubblica, semipubblica, comunque malata.

venerdì 3 gennaio 2014

Erotizzazione precoce: l'ultima frontiera del capitalismo


L'erotizzazione è talmente precoce che i corsi di educazione sessuale devono iniziare nella scuola materna. Questo articolo fa chiaro riferimento al documento dell'OMS noto come "Standard di Educazione Sessuale in Europa", redatto da 19 esperti e indirizzato alle autorità scolastiche e sanitarie dell'Europa, che ambisce a diventare Direttiva Europea. L'impostazione sessuocentrica del documento è finalizzata a guidare i bambini dagli zero ai 15 anni verso una consapevole sessualità e soprattutto a contrastare ogni forma di omofobia. Detto così non sembrerebbe che le molteplici pagine potessero avere dei risvolti quanto meno inquietanti.
In primis l'eliminazione della famiglia dal suo ruolo naturale sull'educazione affettiva, poiché non ritenuta all'altezza del compito essendo, a volte, posta in posizioni di "imbarazzo" . Nella realtà, i genitori (compresi quelli appartenenti a minoranze demografiche) sono considerati utili idioti e non devono mettere becco in una funzione trasferita alla scuola e affidata ad insegnati meri esecutori decerebrati. La famiglia, è bene ricordarlo, è sempre stata la sede di formazione affettiva e sessuale dei figli e sono i genitori, che più degli altri, sanno come affrontare le fasi delicatissime della crescita di un figlio; ma, nel documento in questione, con un farraginoso linguaggio filosofico e pseudoscientifico i genitori vegono espropriati di questo diritto fondamentle e naturale esponendo ai bambini dagli 0 ai 15 anni il gioco della Sessualità, tra l'altro in aperta violazione violazione dell’art.30 della Costituzione italiana che garantisce e tutela il diritto dei genitori ad educare i propri figli… Dopo una lunga premessa, la parte finale del lungo documento offre delle linee guida dettagliate su informazioni , competenze atteggiamenti, che insegnanti e psicologi dovranno sviluppare. Questa parte è suddivisa in fasce di età dal neonato sino ai 15 anni.
Al Neonato che svolge naturalmente la esplorazione del proprio corpo (chi è genitore conosce benissimo i teneri piedini in bocca) si insegna fino ai 4 anni quali sono i suoi diritti sessuali e lo si invita a scoprire le sue nudità, i suoi bisogni e necessità sdoganando la masturbazione precoce con il “gioco del dottore”:
“Gioia e piacere nel toccare il proprio corpo, masturbazione infantile precoce scoperta del proprio corpo e dei propri genitali il fatto che la gioia del contatto fisico è un aspetto normale della vita di tutte le persone tenerezza e contatto fisico come espressioni di amore e affetto acquisire consapevolezza dell’identità di genere parlare delle sensazioni (s)piacevoli del proprio corpo esprimere i propri bisogni, desideri e limiti, ad esempio nel “gioco del dottore” un intervento didattico che serve a tranquillizzare il neonato a poter seguire il proprio istinto , per poi procedere al secondo percorso, quello che va dai 4 ai sei anni dove la scuola spinge a risolvere i problemi sessual- sentimentali del fanciullo per scoprire "l’amore verso persone dello stesso sesso"”. 
Dai sei ai nove anni dovranno essere fornite informazioni serie e dettagliate sui “cambiamenti del corpo, mestruazioni ed eiaculazione”. Tra i 9 e i 12 anni, sempre all’insegna del “prima è meglio è”, i pargoli devono essere aiutati “a decidere in modo responsabile se avere o non avere esperienze sessuali” superando certe retrograde normative che considerano rapporti prima dei 15 anni, assolutamente precoci. Il documento, tralasciando gli aspetti etici e la superficialità con cui certi delicati argomenti sono trattati, non espropria solo la famiglia del proprio ruolo ma anche la politica che non decide più nulla in modo autonomo quelle che sono le forme dell'istruzione nazionale, ancora una volta si piega alle imposizioni piovute dall'alto per la costruzione del nuovo cittadino europeo, che deve essere alfabetizato, ma incolto e proiettato solo verso la soddisfazione dei propri bisogni, istintivi o indotti che siano, azzerando modelli di solidarietà e di condivisione che i grandi eretici e i grandi rivoluzionari hanno posto come basi per l'emancipazione degli ultimi.

I bambini, che sono innocenti sino ad un certo punto, vengono corrotti facilmente, basti pensare agli aggeggi con cui vengono addestrati sin dai primi giorni di vita come i vari cellulari Ipod, tutti afferenti a grandi industrie che si propongono come la nuova frontiera della civiltà, così come nuove frontiere culturali ed educative sarebbero lo sdoganamento della masturbazione precoce o la confusione indotta sull'identità di genere. In verità il problema vero è che tali strumenti incidono profondamente sul modo di pensare e di soffrire dell'umanità, poiché ciò che si vuole cambiare realmente è l'ordine dei pensieri. In questo scenario che confonde libertà e diritti l'incontro con l'altro è ridotto al solo proprio benessere, con il reale pericolo di collegare la sessualita al corpo e al piacere egoistico, tra l'altro introducendo nell'educazione dei giovanissimi un'idea pansessualistica che subordinma la sfera affettiva e relazionale a quella biologica. Per sovvertire questo nuovo attacco che il capitalismo, nella sua forma più degenerata e violenta, sta perpetrando ai danni dei più deboli, uno dei fronti principali di resistenza è proprio l'educazione e non si tratta di proporre scuole alternative quanto di reagire alla nuova scuola che si sta affermando e diffondendo; in fin dei conti si tratta semplicemente di ritornare ad educare, traendo ciò che c'è di buono in sé per imparare ad offrilo agli altri.