“Dobbiamo rispettare tutti gli
impegni, compreso il 3% del rapporto deficit-Pil, e non perché lo dice la Merkel ma perché è giusto” dice
Renzi in perfetta continuità con Monti
che, nel giugno del 2012, così ebbe a dire: “La Merkel dice che l’Italia ce
la fa, ma l’Italia ce la fa non perché lo dice la Merkel ” . Quel che è certo
è che per ambedue i trattati europei non si discutono, ma si applicano a
qualsiasi costo, se fosse violata questa regola, imposta dai padroni addio moneta comune e strumenti di dominazione
dei poteri neocapitalisti che chiamiamo UE. Per scongiurare tale
pericolo si tratta ora “di utilizzare
tutti i margini e le flessibilità già previsti dall’attuale Patto di stabilità
e crescita”. Ciò vuol dire, escludere dal computo del 3% alcune voci, come il
cofinaziamento dei fondi strutturali europei (i 43 miliardi aggiunti da Roma
fra il 2014 e il 2020) e altre, sparute, spese per investimenti.
Ormai anche tra le persone meno
preparate in campo economico si sta facendo strada la convinzione che per
uscire dal circolo vizioso della crisi strutturale neocapitalistica è
necessario cambiare radicalmente le politiche economiche, riacquisendo la piena
sovranità monetaria, uscendo dall’unione europoide e stracciando i
trattati-capestro imposti al paese, ma Renzi è stato posizionato velocemente,
sostituendo il poco-mediatico Letta, per
rispettare
fino in fondo il fiscal compact. Come un abile giocoliere pomposamente o con
trovate birichine ci dice il contrario di ciò che fa, non siamo schiavi
dell’Europa afferma, intanto si operano interventi che prevedono la riduzione forzata del debito
pubblico eccedente il 60% del pil, nell’arco temporale di un ventennio, un
furto ipotizzato di 7 miliardi l’anno, ma c’è chi parla addirittura di 50
miliardi e, purtroppo, con Renzi e il pd al potere, non è necessario guardare
nella sfera di cristallo per capire che a garanzia del debito del nostro stato non più
sovrano saranno fatti inglobare nel european redemption fund ciò che rimane
del patrimonio pubblico, in piena osservanza
di quanto raccomandato nel 2011 dalla lettera della bce (5 agosto 2011, Francoforte/Roma, lettera Trichet-Draghi): “È necessaria una complessiva, radicale e
credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi
pubblici locali e dei servizi professionali. Questo dovrebbe applicarsi in
particolare alla fornitura di servizi locali attraverso privatizzazioni su
larga scala” ….“C’è anche l’esigenza di riformare ulteriormente il sistema di
contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d’impresa
in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze
specifiche delle aziende e rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad
altri livelli di negoziazione.” e qui Renzi il suo “buon lavoro” lo sta assolvendo per esempio con
l’ipocrita eliminazione dell’art 18 che passa come rinnovo dello Statuto dei
lavoratori, orami troppo vecchio e ideologizzato, e poi pensiamo al decreto
Poletti, al jobs act, alla riduzione degli stipendi del pubblico impiego, al
tetto massimo delle pensioni (senza gli 80 euro tanto che se ne fanno i
pensionati), alla revisione dell’amministrazione pubblica per assecondare le
esigenze delle imprese. Altra bravata è il completamento dell’opera di distruzione del
mercato interno, già opera originale di
Monti, con uno sgravio fiscale alle imprese, ma solo a
quelle che esportano e vendono all’estero, il mercato interno e tutta quella
pletora di impresucce che generano lavoro possono andare a farsi benedire, come
i precari, gli esodati e tutti i perdenti lavoro dovuti ai licenziamenti di massa
, 1000 al giorno, per via di una deflazione a cui il giovin Signore non sembra
dare molto peso.
E pensare che ancora Renzi o
Monti o Letta ci vengono sfacciatamente propinati come i salvatori della patria da quegli strumenti
di distruzione di massa che sono gli apparati politici e massmediatici, i quali agiscono secondo i piani di dominio di una
classe sociale sopranazionale, spietata, priva di etica e di responsabilità
pubblica, votata unicamente al mantenimento e all’estensione del proprio potere.
Così, lo stragista sociale Mario
Draghi, alla guida della bce intima ai paesi dell’unione, e all’Italia in modo
particolare, di cedere la sovranità alla “Troika” per fare le riforme antipopolari
sostenuto nelle sue invettive da abbondanti manipolazioni mediatiche che ci
sommergono di dichiarazioni politiche false
attraverso la bocca dei servi intercambiabili di turno