lunedì 26 ottobre 2015

Diritti acquisiti. Non elemosina

Lettera di Antonella Currò, insegnante. Facciamo girare volentieri e invitiamo a fare lo stesso. 

"Grazie Renzi, grazie davvero! Quando ho visto l’accredito dei 500 euro mi sono quasi commossa… Grazie per aver pensato a me come ad una povera derelitta bisognosa di un obolo per potersi comprare un libro o un biglietto per il teatro…..grazie per avermi dato l’opportunità di potermi formare e acculturare tendendomi una mano per sollevarmi da quell’abbrutimento in cui ho vegetato finora, grazie soprattutto per la munifica benevolenza con cui hai perdonato i tuoi ingrati figli che ti hanno attaccato, osteggiato, deriso e solo oggi hanno capito quanto sono stati ingiusti con te e, cospargendosi il capo di cenere, sono tornati umilmente all’ovile ammettendo che poi, in fondo in fondo, questa buona scuola non è poi così male! 

Ci stai trattando come scolaretti somari da mandare a ripetizione…credi forse che in questi 20 anni di insegnamento io sia rimasta a crogiolarmi nell’attesa di un benefattore che mi pagasse un corso di aggiornamento o un libro? I libri, i corsi, la cultura in genere sono il mio pane quotidiano, io sono un’insegnante, il mio è un lavoro intellettuale e non ho bisogno della tua paghetta per comprarmi un libro, l’ho fatto prima di te e nonostante quelli prima di te e non sarai certo tu, offrendomi uno o due corsi (non di più visti i costi), a rendermi migliore, non puoi arrivare come un deus ex machina e prenderti il merito dei sacrifici che da anni tutti noi docenti facciamo per difendere la nostra professionalità dai beceri attacchi di una politica ottusa e incompetente! Non basterà questa meschina manovra elettorale per lavarti la coscienza e per cancellare il male che tu e i tuoi compari avete fatto alla scuola italiana… un mendicante non smette di essere tale quando gli viene offerto un piatto di minestra, io non mi sento gratificata né valorizzata dalla tua carità, io mi sento solo ulteriormente umiliata, derisa, oltraggiata da chi crede di comprarci con trenta denari, da chi ci ha ridotto in questo stato ai limiti dell’indigenza e ora ci tende la stessa mano che prima ci ha frugato nelle tasche! Io non voglio la tua elemosina, io voglio, anzi pretendo solo ciò che mi spetta di diritto: gli arretrati di sei anni di contratto bloccato, gli scatti di anzianità negati, i compensi, le indennità, i rimborsi che ci sono stati tolti, la rispettabilità e il decoro sgretolati da un aziendalismo ignobile, la posizione sociale che il nostro lavoro merita. Ti sembra che il totale di tutto questo faccia 500 euro? La cultura non si mangia e un mutuo non si paga con i libri, chiedi a quelli che hai sbattuto a migliaia di chilometri da casa come impiegheranno i tuoi 500 euro… pensi che andare a teatro o al museo possa risolvere i loro problemi di vitto, alloggio, spostamenti e organizzazione familiare? Perché fra gli impieghi possibili della donazione non ci hai messo anche il casco per proteggerci dai calcinacci, la carta per le fotocopie, la benzina e le gomme della macchina o i pranzi fuori casa?

Non ci hai concesso nemmeno la dignitosa opzione di rinvio al mittente… dovrò spenderli come vuoi tu ma io mi riservo almeno la libertà di prendermi una piccola soddisfazione: non arricchirò le agenzie formative pronte a piombarci addosso come avvoltoi, continuerò a formarmi come ho fatto finora perché me lo impone la mia professionalità e non tu, non comprerò il portatile come alcuni ds stanno già suggerendo al fine di usarlo per il registro elettronico (quello devi darmelo tu), non farò collette per comprare una LIM (quella devi darmela tu), né testi o strumenti utili al mio lavoro in classe (quelli devi darmeli tu)… forse un po’ di teatro, cinema e musei come simbolico e terapeutico risarcimento dell’usura psico-fisica a cui quotidianamente mi sottopone un lavoro svilito, sottopagato, sottostimato svolto in ambienti insalubri, decadenti e privi di tutto tranne che di squallore.

Autoesaltandoti come sempre hai pubblicato sul tuo profilo facebook forse l’unica lettera adulatoria e colma di ingenua gratitudine che hai trovato fra le migliaia che ho letto in giro… come si fa a credere che dietro il tuo nobile gesto ci sia un reale interesse per la scuola e non l’ennesima squallida, sfacciata manovra propagandistica atta a coprire di fumo la triste e prosaica realtà di anni di vuote promesse, tagli indiscriminati e ingiustizie senza ritegno? Grazie Renzi, apprezzo il pensiero, ma crederò ai tuoi proclami solo quando entrerò in una scuola attrezzata e dignitosa, dove ogni alunno potrà avere lo spazio vitale, l’attenzione e le cure che merita, dove ogni disabile avrà un insegnante che lo segue a tempo pieno e tutti gli aiuti e strumenti necessari, dove potrò svolgere serenamente il mio lavoro in un clima cooperativo e stimolante, dove il lavoro di ognuno sarà incentivato e valorizzato e il dirigente sarà al nostro fianco per il bene comune…. Non ci hai ancora comprati sai, temo che non te la caverai con i tuoi trenta denari, ciò che dovete ancora rendere alla scuola è molto, molto di più…"

sabato 3 ottobre 2015

Se ci dicono che in Italia non si elegge il governo...

I fanatici del formalismo contro il popolo che sceglie. L'ultima tendenza della vulgata pro-renziana, inaugurata da personaggi come Umberto Eco, è condannare noi poveri ignoranti che osiamo lamentarci di tre governi non eletti dal popolo. Questo governo (come i precedenti Letta e Monti) sarebbe regolare in quanto la Costituzione scritta non dice espressamente che i cittadini eleggano il capo di governo ed esecutivo, ma solo che essi votano solo i parlamentari; poi sono i parlamentari a scegliere il governo e il presidente del consiglio tra chi vogliono, anche tra personaggi non "politici". 

Di certo però i costituenti (pur sopravvalutatati) non avevano in mente un paese nel quale un governo dopo l'altro venisse scelto "ad opera dello Spirito Santo" e in evidente contraddizione con il responso delle urne; un paese in cui i premier fossero nominati anche tramite espedienti poco puliti (es. Monti nominato senatore a vita da Napolitano proprio per riuscire a insediarlo a Palazzo Chigi).
E si noti come molti di coloro che trovano "normale" questa situazione, e fanno i saccenti con chi parla di governo non eletto ("parli senza conoscere la costituzione!"), in genere sono gli stessi che da mattina a sera denunciano i "dittatori" (Putin, Assad, Gheddafi, Chavez) di certi paesi, accusandoli ... di non essere stati eletti dal popolo e di non tenere elezioni democratiche!!

Da noi in Italia però, come ancora si insegna a giurisprudenza o in diritto nelle scuole, esiste oltre alla costituzione formale (cioè scritta) anche una "costituzione materiale". Cioè un insieme di prassi e consuetudini (osservate dalle cariche istituzionali nella concreta vita politica del paese). Essa va (andrebbe) posta sullo stesso piano della costituzione formale; stravolgerla potrebbe costituire violazione dei principi fondamentali altrettanto grave rispetto a una violazione di norma scritta. Nel caso di specie potrebbe esserlo proprio la violazione della prassi di nominare solo presidenti del consiglio espressi dal partito o dai partiti di maggioranza.
Va da sé come la costituzione formale sia stata interpretata sin da subito in senso più democratico, facendo in modo che i governi, o meglio i capi degli esecutivi, rappresentassero un rispecchiamento del partito (o dei partiti) di maggioranza.
Nota bene, non è una maggioranza "sana" quella costituita raccattando parlamentari trasformisti usciti in massa dai partiti con i quali erano stati eletti: fenomeno di trasformismo del quale dimostrazione più lampante sono oggi l'NCD di Alfano e tutta la fronda di ex-pentastellati gradualmente fuoriusciti e piddinizzatisi - i gruppi che attualmente fanno da sicura stampella proprio a Renzi.
Fino a poco tempo fa, ogni cittadino italiano era consapevole che il suo voto a un dato partito sarebbe stato un voto anche al candidato premier. Persino i simboli delle liste riportavano "Berlusconi presidente" "Casini presidente" ecc. Ciò frutto di un espresso obbligo imposto per legge elettorale, il "porcellum". Cos'era, tutta un'allucinazione collettiva auto-indotta durata per anni, decenni? O una prassi stimolata ed avallata senza smentite da ogni carica istituzionale e politica
Per questo la situazione avutasi da Monti in poi è, ancor più e ancora prima che anticostituzionale, antidemocratica.

Insomma, bisognerebbe semmai colmare la lacuna della Costituzione scritta e adeguare le leggi elettorali. Invece di attaccarsi alla lacuna stessa come pretesto per legittimare lo stato di cose. E di permettere ai parlamentari di collocare alla guida del paese chi pare a loro, anche personaggi di quarta fila, banditi... individui che, in ogni caso, non hanno raccolto voti e consensi tra il popolo, perchè sino a prima mai apparsi sulla scena politica di primissimo piano.

Per cui, di nuovo, o si ripristina la prassi, o si adegua la carta fondamentale. Altrimenti si ammetta che ormai votare è (divenuto) un mero rito senza valore. Se per gli alfieri delle "riforme" e della "governabilità" questo fatto può essere bellamente snobbato, allora gettino la maschera e riconoscano cos'è in realtà la democrazia rappresentativa in Italia: una presa in giro. 
E la smettano di dare lezioni di democrazia a presunte "dittature" libiche, siriane, cubane, cinesi. 

Pasquino

giovedì 1 ottobre 2015

Miss... Oh mia Cara Miss

L’ostensione delle chiappe delle miss o dei muscoloni del calciatore è storia vecchia, ora c'è però un fatto nuovo che si sta diffondendo tra le menti intorpidite dalla noia: lo stupore scandalizzato dell’ignoranza dei giovani virgulti seminudi disseminati sulle copertine patinate dei giornaletti scandalistici o esposti in vetrina nelle trasmissioni TV di prima serata. 
In verità non è un fatto nuovo, dal momento che la letteratura è ricca di belle cretine e bei tonti inespressivi che danno risalto al personaggio principale della commedia. Quel che invece incuriosisce è in un noto gioco a quiz, dove si dovrebbe essere selezionati sulla base di nozioni culturali “medie”, tutti i concorrenti non sapessero che Mussolini ed Hitler nel 1979 erano già belli e morti. Ma è verità o costruzione scandalistica per far decollare gli ascolti? Se fosse la seconda, niente di nuovo, è il gioco distruttore e ingannatore dello spettacolo di regime, il popolo è ignorante e ci vuole una scuola nuova, possibilmente “buona” e magari “privata”.

In realtà ci stupisce...che ci si stupisca. Non sapevamo tutti che era nei programmi a lungo termine creare una popolazione di alienati attraverso la progressiva sparizione della serietà degli studi (destinata a pochi eletti) con promozioni facili e comprate (cfr. diplomifici privati), alterando il senso delle lotte degli anni '70 sulla scuola aperta a tutti? Quei principi sul diritto allo studio e di uguaglianza, sono stati raccolti dalle reti del super-turbo-capitalismo (chiamatelo come meglio vi pare) e come pesciolini nell’acquario sono stati acchiappati e adattati al neo liberismo sfrenato. Mentre la generazione dei "compagni" intellettuali strada facendo si costruiva la propria carriera tra i banchi del Parlamento, con incarichi prestigiosi nelle Università o nei CdA di Enti o multinazionali o nell’alta finanza e, dalle luci della ribalta, ci facevano allegramente penetrare nel cul de sac dell’Europa Unita, inconsapevolmente spinti, o volutamente auto ingannati e ingannatori, dalla necessità di una Europa che facesse perdere la sovranità degli Stati al fine di "scongiurare" un altro Fascismo o Nazismo.
Ed ora eccoci qua, dominati dal Pensiero Unico, sguazzanti nella miseria morale oltreché economica ad inneggiare e a fare la guerra, che blandiamo come democratica ed esportatrice di pace, e a discutere di una povera splendida fanciulla che ha il merito di non sapere nulla della Storia e di molte altre cose. Onestamente forse è preferibile la sua ingenua ignoranza e i suoi occhi spalancati di fronte all’ironia sprezzante del servo di turno del potere, alla perfida ipocrita saggezza degli intellettuali che, sbracati nei salotti televisivi, sproloquiano del nulla, mente il povero spettatore posto in una posizione di sudditanza culturale annuisce o si inalbera o si scandalizza al suon della bacchetta magica della TV.

Rendiamoci conto che si pretendono acute riflessioni da MISS-ITA-LIA, l'ultima ruota del carro del carnevale televisivo; una che non aveva in testa altro desiderio a parte fare la ragazza immagine. Il prevedibile risultato di anni di smantellamento dell'istruzione in Italia. Date le premesse, sono ovvie le conseguenze. Com'era ovvio che ora si sia dichiarata ammiratrice di Matteo Renzi.

Ma perché per sentirsi più intelligenti si ha sempre bisogno di paragonarsi ai fenomeni da baraccone? Di attaccare gli zimbelli, che non sono nemmeno dotati di una adeguata proprietà di linguaggio per rispondere alle critiche e si scavano la fossa da soli? Invece di prendersela con chi davvero conta, contro chi tira i fili da dietro le quinte?

Ogni giorno donne come Innocenzi, Boldrini, Mogherini, Gruber, Annunziata, ben più influenti e potenti di una reginetta di bellezza, ci raccontano di come le guerre condotte dall'occidente (ops, "missioni di pace") siano belle, buone e giuste. Anche loro si sentono "fortunate" perché non vivono le torture dei "ribelli" siriani o ucraini, né le bombe della NATO, né le ingiustizie ed omertà degli invasori americani. Comode nei loro aerei di prima classe o sulle loro poltrone televisive. Ma tutto ciò non suscita la rabbia e la riprovazione collettiva quanto la gaffe di una Miss italia.

(di Mafalda e Pasquino)